IL VIBRAFONO JAZZ NEGLI ANNI ’30 | JAZZ AL VIOTTI CLUB

Marco Bianchi è considerato uno dei più importanti ed eclettici musicisti della sua generazione. Classe 1980, vibrafonista jazz, compositore, arrangiatore ed autore, diplomato in “Strumenti a Percussione” a soli 19 anni presso il Conservatorio “G. Verdi” di Como. Ha collaborato con orchestre di Musica Classica/Contemporanea fino ai primi anni 2000, ma da ormai molti anni si è dedicato esclusivamente al Jazz collaborando con musicisti quali Roberto Gatto, Gunter Sommer, Engelbert Wrobel, Gianni Basso, Andrea Pozza, Paolo Tomelleri, Emilio Soana, Carlo Bagnoli, Alfredo Ferrario, Michel Godard, Andrea Braido, Gianni Cazzola, Sandro Gibellini, Silvano Borzacchiello Riccardo Fioravanti e molti altri. Dall’età di 16 anni ad oggi, è stato nei cartelloni di Festival Internazionali e Nazionali totalizzando più di 2500 Live (Blue Note, Umbria Jazz, etc.). Ha inciso oltre 80 Album (Jazz, TV Music, Pop e Classica), per più di 20 etichette discografiche, collaborando con circa 200 Artisti. Svolge un’intensa attività di compositore presso FM RECORD e TELECINESOUND (Roma) per la sincronizzazione Video (TV di tutto il mondo) e Musica per Teatro (Italia e Germania), componendo e depositando più di 300 brani alla SIAE. Vincitore di premi e riconoscimenti d’oltreoceano, tra i quali la borsa di studio per il Berklee College of Music in Boston (USA) nell’anno 2003, è divenuto anche Artista Endorser “Vic Firth” Mallets. Come autore di trasmissioni podcast, radio/televisive umoristiche con il gruppo “Le Stupide Creature”, vince il premio della critica al “CMG 2007”, il primo premio del contest pubblicitario indetto da “AIA”, il Contest “TV Generica” (Sky – Comedy Central) nel 2010 e l’accesso allo “Zelig Lab” (2011). In veste di leader fonda il Marco Bianchi “LEMON” 4et con il quale incide due album: “PIXEL” (2015) e “SWITCH” (2022). Con quest’ultimo Album arriva in semifinale all’International Songwriting Contest 2023 (Concorso Mondiale). A livello Cinematografico ha preso parte alla colonna sonora dei film: “D.N.A.” di Lillo e Greg (ITA), “IL NOME DEL FIGLIO” di Francesca Archibugi (ITA), “THE RE.EDUCATION OF MOLLY SINGER” di Andy Palmer (USA) e “LOVE CLASSIFIED” di Stacy N. Harding (USA). È stato docente di Workshop e Masterclass di vibrafono jazz presso Conservatori in Italia e all’estero. Marco Bianchi è tra i più quotati musicisti jazz sul “Dizionario del jazz italiano” (F. Caprera) edito da Feltrinelli.

Stefano Profeta ha iniziato a nove anni lo studio della chitarra classica presso la scuola comunale di musica A. Vallotti di Vercelli. Ha in seguito studiato contrabbasso con Franco Feruglio presso il Conservatorio Statale di Musica di Alessandria.
Ha affiancato agli studi classici svariati corsi ad indirizzo jazzistico ed in seguito ha continuato ad approfondire i suoi studi, sia da un punto di vista teorico, che sullo strumento, seguendo workshop e seminari di musicisti italiani e stranieri.
Negli anni ’90, comincia lo studio del sitar e delle forme ritmiche legate alle tabla, approfondendo poi la conoscenza della musica indiana seguendo i corsi del Centro Studi Orientali e Mediorientali , sotto la guida del prof. Perinu, dell’Università di Torino. Inoltre la curiosità e l’amore per la musica in generale lo hanno portato via via a frequentare culture musicali e musicisti di svariate tradizioni, da quella occitana e franco-provenzale, fino a quella africana: è attivo, quindi, su un vasto panorama musicale, che spazia dal jazz alla musica d’autore fino alla musica popolare ed etnica.

Luigi Ranghino, vercellese classe 1958, è compositore e musicista apprezzato in Italia e all’estero. Inizia lo studio del pianoforte con i maestri Pestalozza, Poli, e quelli di composizione con i Maestri Fellegara, Colla, Lorenzini e Garuti. Con il maestro D’Andrea studia Jazz, il genere in cui si specializzerà durante tutta la sua carriera. Nel 1991 forma il trio con il quale ha partecipato a rassegne ed a Festival Nazionali ed Internazionali.
Molto importanti anche le collaborazioni, che lo portano a suonare, tra gli altri, con artisti del calibro di: John Ethergide, Alan Skidmore, Wayne Darling, Jim Dvorak, Monty Waters, Giovanni Tommaso, Attilio Zanchi, Tino Tracanna, Tiziano Tononi, Daniele Cavallanti, Bireli Lagrene, Gianluca Petrella. Non disdegnando incursioni maggiormente sperimentali, suona anche con i Vilod, formati dal DJ Ricardo Villalobos e Max Loderbauer e recentemente collabora con la giovane producer Key Clef.

Claudio Saveriano è nato a Vercelli nel 1957. La sua grande passione per la batteria, coltivata fin dai dieci anni come autodidatta, lo ha accostato negli anni ’70 alla scuola del maestro Enrico Lucchini, con il quale ha intrapreso lo studio dello strumento, rimanendo al suo fianco in oltre vent’anni di stretta collaborazione. Da lui ha appreso la passione per la didattica che ha continuato a consolidare anche grazie all’intenso rapporto di studio, di scambio e di condivisione con lo statunitense John Riley, grandissimo musicista di fama mondiale e fra i massimi esperti di tecnica dell’insegnamento della batteria jazz, con il quale sta studiando perfezionamento e tecnica dell’insegnamento dal 2000, fino a diventare suo assistente in tutti i seminari tenuti in Italia (Vercelli, Milano, Bologna, Udine, Reggio Emilia etc.) Nel confronto con quest’ultimo ha trovato il naturale legame di continuità con l’esperienza maturata accanto ad Enrico Lucchini, quasi che Riley fosse l’erede naturale del maestro italiano, per il suo modo di insegnare e di condividere, con grande attenzione umana, i segreti dello strumento.

Sabato 12 aprile 2025 ore 17.30
Viotti Club | Via G. Ferraris, 14, Vercelli

MARCO BIANCHI vibrafono
STEFANO PROFETA contrabbasso
LUIGI RANGHINO pianoforte
CLAUDIO SAVERIANO batteria

Capitanato da uno dei più importanti vibrafonisti contemporanei, il quartetto propone i brani che hanno reso celebre il gigante di Louisville: Lionel Hampton. Dalla storica “Memories of You” del 1931 (primo brano della storia del Jazz incisa con il vibrafono), al periodo del Benny Goodman 4et, fino alla fama che consacra Hampton uno dei più importanti solisti del mondo! Il tutto condito dallo stile originale e moderno, tipico del “Marco Bianchi Vibes 4tet”, che con questo viaggio musicale negli anni ’30 vi porterà sulle vette dello Swing!

  • Ingresso unico
    10€
  • Abbonamento 8 concerti
    65€

I biglietti possono essere acquistati premendo “Acquista il biglietto” o al Viotti Club in Via G. Ferraris 14.

È possibile ricevere informazioni inviando una email a biglietteria@viottifestival.it, telefonando al 329 1260732 o presentandosi alla biglietteria presso il Viotti Club in Via G. Ferraris 14 a Vercelli aperta mercoledì e venerdì dalle ore 14:00 alle ore 19:00, giovedì dalle ore 14:00 alle ore 16:00 e sabato dalle ore 14:00 alle ore 18:00. Lo stesso orario si applica alla reperibilità telefonica e per email.

Marco Bianchi è considerato uno dei più importanti ed eclettici musicisti della sua generazione. Classe 1980, vibrafonista jazz, compositore, arrangiatore ed autore, diplomato in “Strumenti a Percussione” a soli 19 anni presso il Conservatorio “G. Verdi” di Como. Ha collaborato con orchestre di Musica Classica/Contemporanea fino ai primi anni 2000, ma da ormai molti anni si è dedicato esclusivamente al Jazz collaborando con musicisti quali Roberto Gatto, Gunter Sommer, Engelbert Wrobel, Gianni Basso, Andrea Pozza, Paolo Tomelleri, Emilio Soana, Carlo Bagnoli, Alfredo Ferrario, Michel Godard, Andrea Braido, Gianni Cazzola, Sandro Gibellini, Silvano Borzacchiello Riccardo Fioravanti e molti altri. Dall’età di 16 anni ad oggi, è stato nei cartelloni di Festival Internazionali e Nazionali totalizzando più di 2500 Live (Blue Note, Umbria Jazz, etc.). Ha inciso oltre 80 Album (Jazz, TV Music, Pop e Classica), per più di 20 etichette discografiche, collaborando con circa 200 Artisti. Svolge un’intensa attività di compositore presso FM RECORD e TELECINESOUND (Roma) per la sincronizzazione Video (TV di tutto il mondo) e Musica per Teatro (Italia e Germania), componendo e depositando più di 300 brani alla SIAE. Vincitore di premi e riconoscimenti d’oltreoceano, tra i quali la borsa di studio per il Berklee College of Music in Boston (USA) nell’anno 2003, è divenuto anche Artista Endorser “Vic Firth” Mallets. Come autore di trasmissioni podcast, radio/televisive umoristiche con il gruppo “Le Stupide Creature”, vince il premio della critica al “CMG 2007”, il primo premio del contest pubblicitario indetto da “AIA”, il Contest “TV Generica” (Sky – Comedy Central) nel 2010 e l’accesso allo “Zelig Lab” (2011). In veste di leader fonda il Marco Bianchi “LEMON” 4et con il quale incide due album: “PIXEL” (2015) e “SWITCH” (2022). Con quest’ultimo Album arriva in semifinale all’International Songwriting Contest 2023 (Concorso Mondiale). A livello Cinematografico ha preso parte alla colonna sonora dei film: “D.N.A.” di Lillo e Greg (ITA), “IL NOME DEL FIGLIO” di Francesca Archibugi (ITA), “THE RE.EDUCATION OF MOLLY SINGER” di Andy Palmer (USA) e “LOVE CLASSIFIED” di Stacy N. Harding (USA). È stato docente di Workshop e Masterclass di vibrafono jazz presso Conservatori in Italia e all’estero. Marco Bianchi è tra i più quotati musicisti jazz sul “Dizionario del jazz italiano” (F. Caprera) edito da Feltrinelli.

Stefano Profeta ha iniziato a nove anni lo studio della chitarra classica presso la scuola comunale di musica A. Vallotti di Vercelli. Ha in seguito studiato contrabbasso con Franco Feruglio presso il Conservatorio Statale di Musica di Alessandria.
Ha affiancato agli studi classici svariati corsi ad indirizzo jazzistico ed in seguito ha continuato ad approfondire i suoi studi, sia da un punto di vista teorico, che sullo strumento, seguendo workshop e seminari di musicisti italiani e stranieri.
Negli anni ’90, comincia lo studio del sitar e delle forme ritmiche legate alle tabla, approfondendo poi la conoscenza della musica indiana seguendo i corsi del Centro Studi Orientali e Mediorientali , sotto la guida del prof. Perinu, dell’Università di Torino. Inoltre la curiosità e l’amore per la musica in generale lo hanno portato via via a frequentare culture musicali e musicisti di svariate tradizioni, da quella occitana e franco-provenzale, fino a quella africana: è attivo, quindi, su un vasto panorama musicale, che spazia dal jazz alla musica d’autore fino alla musica popolare ed etnica.

Luigi Ranghino, vercellese classe 1958, è compositore e musicista apprezzato in Italia e all’estero. Inizia lo studio del pianoforte con i maestri Pestalozza, Poli, e quelli di composizione con i Maestri Fellegara, Colla, Lorenzini e Garuti. Con il maestro D’Andrea studia Jazz, il genere in cui si specializzerà durante tutta la sua carriera. Nel 1991 forma il trio con il quale ha partecipato a rassegne ed a Festival Nazionali ed Internazionali.
Molto importanti anche le collaborazioni, che lo portano a suonare, tra gli altri, con artisti del calibro di: John Ethergide, Alan Skidmore, Wayne Darling, Jim Dvorak, Monty Waters, Giovanni Tommaso, Attilio Zanchi, Tino Tracanna, Tiziano Tononi, Daniele Cavallanti, Bireli Lagrene, Gianluca Petrella. Non disdegnando incursioni maggiormente sperimentali, suona anche con i Vilod, formati dal DJ Ricardo Villalobos e Max Loderbauer e recentemente collabora con la giovane producer Key Clef.

Claudio Saveriano è nato a Vercelli nel 1957. La sua grande passione per la batteria, coltivata fin dai dieci anni come autodidatta, lo ha accostato negli anni ’70 alla scuola del maestro Enrico Lucchini, con il quale ha intrapreso lo studio dello strumento, rimanendo al suo fianco in oltre vent’anni di stretta collaborazione. Da lui ha appreso la passione per la didattica che ha continuato a consolidare anche grazie all’intenso rapporto di studio, di scambio e di condivisione con lo statunitense John Riley, grandissimo musicista di fama mondiale e fra i massimi esperti di tecnica dell’insegnamento della batteria jazz, con il quale sta studiando perfezionamento e tecnica dell’insegnamento dal 2000, fino a diventare suo assistente in tutti i seminari tenuti in Italia (Vercelli, Milano, Bologna, Udine, Reggio Emilia etc.) Nel confronto con quest’ultimo ha trovato il naturale legame di continuità con l’esperienza maturata accanto ad Enrico Lucchini, quasi che Riley fosse l’erede naturale del maestro italiano, per il suo modo di insegnare e di condividere, con grande attenzione umana, i segreti dello strumento.

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